Due fratelli, un'immagine riflessa uno dell'altro, apparentemente identici eppure così diversi...
Credo che parlare di Not Me e di tutta la gamma di emozioni che ti lascia dentro non sia una cosa facile.
Sono passati mesi dalla sua conclusione e ancora oggi, dopo tutto questo tempo, ripensare ad una scena o all'altra ha il potere di farmi provare le medesime sensazioni, di riportarmi in quei luoghi a vivere assieme a loro quelle esperienze, a sentire dentro quel bisogno di ribellarsi ad un sistema molto spesso corrotto, fatto dai potenti a discapito dei più deboli.
Una storia che ti mette davanti una realtà non patinata e dura dove l'insofferenza, il bisogno di avere risposte, di affermare sé stessi come individui è un diritto insindacabile che bisogna pretendere.
Considero Not Me una delle serie tra le più belle realizzate negli ultimi anni.
Onestamente parlando, quando fu presentata non è che mi colpì più di tanto, la consideravo la solita serie creata ad hoc per ospitare la coppia di Off e Gun, che ho sempre trovato vincente però abitualmente gestita in un contesto molto più leggero, dove Off è la solita figura scanzonata e Gun quello sempre preso dai turbamenti esistenziali.
Qui invece sono riusciti a sorprendermi.
Gun per la sua doppia interpretazione di due gemelli, Black & White, divisi a seguito della separazione dei propri genitori, cresciuti per gran parte della vita in due diversi stati, ma uniti da una connessione che porta uno a vivere le sensazioni dell'altro, identici nell'aspetto ma diversi nell'indole caratteriale.
La bravura di Gun nel rendere vivi e veri questi due personaggi è ad un livello incredibile, seguendo la storia si riesce a percepire il passaggio da uno all'altro dei ruoli osservando i suoi gesti e la sua mimica facciale, ma la cosa che lascia veramente scioccati sono gli occhi, capaci di farti percepire il momento esatto del cambiamento (più freddi e chiusi quelli di Black, più aperti e limpidi quelli di White).
Però l'interpretazione che mi ha toccato forse di più è stata quella di Off, uscito finalmente da quei ruoli simpatici sì, ma che lo rendevano a volte quasi una macchietta, si è cucito addosso uno Sean pieno di spessore, arrogante e fiero, sempre pronto alla lotta, con un bisogno di vendetta dettato da una sofferenza così reale che è impossibile non empatizzare con lui.
Non è da meno anche il resto del cast, ne cito solo altri due che mi sono rimasti nel cuore, First nel ruolo dello studente di arte, Yok e Gavin in quello del poliziotto che nasconde una doppia vita, Dan.
Ma tutto il resto del cast è stato eccezionale, cattivi compresi.
Però una menzione speciale va ai due ruoli femminili presenti nella storia, Namo ed Eugene, finalmente due donne vere, non caricaturali, piene di talento ed emozionanti, davvero splendide.
Potrei andare avanti per ore a parlare di questa bellissima serie, che merita assolutamente di essere vista, voi cosa ne pensate?
Parliamone un po'.