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WANT TO SEE YOU

Aggiornamento: 21 dic 2022


Ci sono serie speciali che si scoprono un po' per caso e che sanno conquistarti puntata dopo puntata perché hanno un modo tutto loro di arrivarti al cuore, Want to see you per me è stata una di queste.

Primissima serie vietnamita che ho visto, aspettative quasi inesistenti perché non conoscevo il loro stile narrativo e invece la sorpresa, mi sono ritrovata settimana dopo settimana in attesa di vedere l'evoluzione che avrebbe avuto la storia e fin dove avrebbe condotto i suoi protagonisti.

Nel suo racconto si parla di Thach, un giovane chef di successo che a seguito di un incidente perde la vista finendo sperduto e solo in un mondo fatto di buio, circondato da persone che si rivelano diverse da come le aveva conosciute prima che tutto cambiasse. Cieco negli occhi oltre che nel cuore, bloccato dalla diffidenza si ritrova ad afferrare la mano tesa di Phuc, studente universitario assunto per aiutarlo, che saprà condurlo al di fuori dell'abisso facendogli scoprire un mondo tutto nuovo.

Una storia semplice ma molto intensa, dove il giovane attore Bhà Vin, che non conoscevo prima di questo lavoro, è riuscito a farmi “vedere” tutta la fragilità e la disperazione di una persona improvvisamente privata della vista e con la vita stravolta da un evento al di fuori del suo controllo.

Un controllo ferreo e una personalità dominante di un personaggio che viene portato nella condizione di dover dipendere dagli altri anche nelle cose più semplici.

La bravura di Bhà Vin si è dimostrata proprio in questa ambivalenza, perché seppur rappresentando una persona non vedente è riuscito proprio con il suo sguardo a trasmettermi le emozioni che provava Thach, mi complimento con lui.

Lo affianca per tutto il cammino il caparbio e giovane Phuc, interpretato dall'altrettanto bravo Thien Hac, apparentemente ingenuo ma che si dimostra man mano molto più forte e sveglio di quello che può far credere all'inizio, un plauso anche lui.

Una produzione realizzata con un budget minimo e giocata per 14 puntate praticamente in un solo ambiente, la casa di Thach, salvo una o due eccezioni in esterno e il finale che ci mostra una seconda location.

Questa piccola serie con le sue possibilità ridotte riesce laddove altre molto più spettacolari e acclamate (per budget, case di produzione e attori), spesso falliscono, mantiene la coerenza del filo narrativo tracciato all'inizio, regalando di volta in volta tasselli in più che completano la storia rendendo il quadro più chiaro.

Ho trovato bravi anche tutti gli altri attori perfettamente nella parte, alcuni simpatici altri fortemente antipatici però utili al dipanarsi della storia.

Credo che la O2PRODUCTION ci abbia fatto dono di una piccola perla, forse semplice rispetto ad altre, però molto viva ed emozionante, queste case di produzione dovrebbero essere supportate nei loro sforzi quando, anche con pochissimo, riescono a realizzare qualcosa di bello.

Per chi non lo avesse ancora fatto, consiglio la visione di questa serie, che per il mio modestissimo parere merita tantissimo di essere vista e io sono davvero contenta quel primissimo giorno di essermi lasciata conquistare.




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